Un aiuto per attivare chi è inattivo

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nextLa situazione che oggi possiamo vedere intorno a noi sta andando sempre a peggiorare. La disoccupazione giovanile sta raggiungendo livelli sempre più alti a causa delle offerte di lavoro che risultano sempre minori; inoltre in contemporanea sta diminuendo il numero di ragazzi che, non trovando occupazione, non continuano a formarsi. In particolare si sta sviluppando un fenomeno che possiamo identificare con il nome NEET, acronimo che significa “Not (engaged) in Education, Employment or Training”, detto in termini più semplici: il ragazzo o persona attualmente non impegnata in un lavoro o in un corso di formazione.

Fortunatamente l’Unione Europea ha sviluppato un piano per contrastare questa situazione dal nome “Garanzia Giovani”, che nella nostra provincia è affiancato dal progetto regionale Giovanisì. Il progetto prevede una serie di incontri nei quali si espongono opportunità riguardo tirocini, percorsi formativi, offerte di lavoro e molto altro. La nostra Associazione di Volontariato, “Il Pozzo di Giacobbe” ONLUS ha vinto il bando Giovanisì NEET della Regione Toscana e, come capofila del progetto, ha strutturato gli incontri previsti per la nostra provincia in un corso aperto a tutti i ragazzi interessati della nostra provincia che abbiamo realizzato presso i locali della Cooperativa Arkè.

Il primo incontro è servito come presentazione; con un gioco informale che consisteva nello scegliere tre carte illustrative da un mazzo che ci potessero rappresentare, abbiamo trovato un modo simpatico e utile per rompere il ghiaccio.

Con il proseguire degli incontri si andava inconsciamente al nocciolo della questione, passando da argomentazioni molto interessanti come per esempio: l’assertività, cioè il far valere la propria opinione senza aggredire l’interlocutore. Al riguardo, è stato chiesto al gruppo di ragazzi di fare un semplice gioco: immaginare di essere soli davanti ad un’isola deserta e portarsi un solo oggetto tra un elenco di cose, solo un’opzione è valida e utile per sopravvivere nell’isola. Subito si poteva riconoscere lo “stile” di ogni ragazzo: chi imponeva maggiormente la sua idea e alzava la voce, difendendola, chi stava più in silenzio valutando varie possibilità, o chi semplicemente diceva la sua e poi ha lasciato prendere la decisione finale alla maggioranza.

In un altro incontro abbiamo testato la creatività dei ragazzi, con una suddivisione in due gruppi e con lo scopo di creare entro un limite di tempo una bevanda con presentazione scritta e orale e un disegno del prodotto; al time out una giuria decretava il vincitore con un’opinione su entrambi i lavori: oltre all’efficienza e all’impegno di finire un lavoro entro un certo orario, abbiamo notato come i ragazzi si dividevano i compiti per cercare di raggiungere al meglio e più velocemente il risultato.

Con i ragazzi abbiamo anche visto il film “Ti va di ballare?”, ispirato ad una storia vera con un significato profondo. Un ballerino di sala decide di insegnare la sua arte ad un gruppo di ragazzi disagiati, i classici studenti “eternamente in punizione” che frequentano obbligatoriamente il doposcuola. In questi giovani non credeva nessuno e la figura dell’insegnante di matematica che afferma di voler insegnare solo a quelli più bravi, lo dimostra chiaramente; tuttavia i ragazzi riusciranno a partecipare ad una gara ufficiale grazie all’insegnante di ballo e a competere a testa alta con ballerini professionisti. Questo film è l’emblema di quello su cui è basato anche lo Spazio Giovani Al-Kalé: credere fermamente nei giovani, soprattutto quelli che sembrano più in difficoltà, perché chiunque può avere un tesoro dentro di sé, l’importante è avere fiducia in loro e non abbandonarli.

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