Liberi (col filo)

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 liberi col filo

Se avete uno smartphone, vi sarete accorti sicuramente che qualche giorno fa il vostro Whatsapp è cambiato.

Siamo ormai abituati ai vari aggiornamenti, che si susseguono periodicamente senza portare mai grosse novità, ma questo non può passare inosservato. Sto parlando delle famose “spuntine blu”, quelle che ti dicono con certezza se il messaggio inviato è stato letto dal destinatario. Questo particolare suscita una riflessione importante, su temi imponenti, di quelli che non si può fare finta di nulla. Pensiamo sempre a quanto si sia ampliata la nostra libertà di comunicazione grazie all’uso di tecnologia, ed è vero, ma non ci chiediamo mai quanto essa si sia in effetti ristretta. Perché non posso essere libero di non rispondere a qualcuno senza che questo rivendichi la mia avvenuta lettura sbandierando le spuntine blu? Vi è già successo? A qualcuno di noi sì, e non è piacevole.

whatsapp-spunta-blu-conferma-messaggi-letti

Quanto influisce questo tipo di tecnologia sul nostro modo di comunicare? Quanto è già cambiato il nostro modo di comunicare? Una volta, quando qualcuno non rispondeva al telefono, non era un grosso problema…o per lo meno non ci s’allarmava tanto! Oggi si va subito in paranoia, si pensa alle catastrofi, si corre al pronto soccorso. Oppure ci si offende, e lì si influisce sulle relazioni. Stiamo prendendo la brutta abitudine di preferire la relazione virtuale a quella reale, per esempio rispondendo al telefono mentre qualcuno ci parla o isolandoci nelle luci dello schermo durante cene, eventi e pause caffè.

La distanza fisica che vince sulla prossimità, sul qui ed ora, la mente sola che vince sul binomio mente corpo.

Come cambiano le relazioni con l’uso, l’abuso e il progresso galoppante della tecnologia?

Her

C’è un film molto bello che parla di questo tema; si chiama “HER” e quest’anno ha vinto l’Oscar come migliore sceneggiatura originale. Il film è un po’ lontano dalla realtà, perché a livello tecnico non siamo ancora arrivati a tali efficienze, ma non poi troppo. Il protagonista si innamora e inizia una relazione sentimentale con Samantha, un’intelligenza artificiale capace di coscienza e di provare sentimenti reali. La storia funziona e la si percepisce proprio come una storia d’amore vera, se non fosse per alcuni inevitabili problemi di competenze che mettono a dura prova questa relazione tra due individualità così lontane. È possibile innamorarsi di un’entità, di qualcuno che non ha corpo? È verso questa direzione che stiamo andando?

appesi alla presa

Forse la stiamo prendendo un po’ larga, ma ogni tanto qualche domanda è bene porsela.

Ah, giusto per informazione; le spuntine blu di Whatsapp si possono togliere, basta cercare su internet il modo per farlo!

Una risposta

  1. Bella riflessione, tra l’altro il film Her è bellissimo! Sullo stesso tema, ho trovato questo articolo per uno spunto di riflessione un po’ diverso e davvero interessante…

    http://www.thepostinternazionale.it/mondo/stati-uniti/a-siri-con-amore

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